“Catarsi. Miracolo. O del sublime e del conciso” (Rolling Stone)
“Una energia tale da polverizzare ogni resistenza al movimento, (…) la capacità di inventarsi inni in miniatura” (Rumore)
“Un disco con pochi eguali nel panorama italico, compatto, potente e preciso come un cazzotto ben assestato, frutto di una personalità immediatamente riconoscibile e perfettamente definita, che si abbevera tanto alla fonte del post-punk quanto a quella della new-wave più gotica, facendone proprie le istanze e comprimendone le strutture, con risultati che difficilmente si dimenticano” (Mucchio Selvaggio)
“(…) un secondo di più sarebbe sprecato e toglierebbe significato ai piccoli bruciori d’anima che ne stimolano l’esistenza” (Blow Up)
*Per quanto e come è presto per dirlo, ma Love Boat è tornata.
Con un disco che è insieme una novità e una certezza.
Novità perché Prodotto, secondo album degli Altro uscito all’inizio del 2001, in vinile non lo si è mai visto. E perché sicuramente c’è qualcuno lì fuori che ancora non lo ha sentito. Che invidia.
Certezza perché in questi undici anni è diventato il classico che meritava di diventare, nella discografia del gruppo innanzitutto, e nelle vicende del rock underground italiano tutto.
Prodotto esce di nuovo il 12 maggio 2015, dunque.
Undici anni e qualche mese dopo essere uscito per la prima volta, in CD.
Non è una cifra tonda, no. Chi l’ha detto che per ristampare degli album storici debba esserci per forza di mezzo una cifra tonda? Ma soprattutto, è lecito attendersi cifre tonde di qualunque genere dagli Altro? Spiegare gli Altro adesso, dopo che hanno superato i vent’anni di carriera e dopo che sono diventati finalmente – grazie anche ad eccellenti uscite seguenti per gli amici di La Tempesta, To Lose La Track, Sangue Disken e Holidays – il gruppo amato, seguito e imitato che meritavano di essere da sempre, pare quasi superfluo.
Chi altro, in Italia e forse non solo, suona da tutto questo tempo e riesce a fare musica sempre rilevante, senza far rimpiangere le proprie prime cose o il proprio periodo d’oro?
Se proprio un periodo d’oro dobbiamo trovare, nella lunga storia del trio di Pesaro, forse però è proprio il periodo di Prodotto. Il secondo album. Quello che confermava e rilanciava. Quello più e più volte citato come uno dei dischi da avere degli anni Zero italiani da riviste e siti specializzati. Quello che diceva forte e chiaro che gli Altro:
– facevano sul serio, a modo loro ma sul serio;
– forse non sapevano suonare, ma di certo sapevano suonare come nessun altro;
– alle loro condizioni stavano diventando qualcosa di difficile da ignorare, anche per chi il punk e il do-it-yourself li aveva sempre snobbati, o semplicemente ignorati;
– sapevano scrivere canzoni bellissime, più belle che mai.
Spiegare gli Altro adesso, come si fa?
Chi c’era non ne ha bisogno, chi è arrivato dopo nemmeno. E chi dovesse arrivare ora, per motivi di età o perché prima è stato pigro? In due parole: gli Altro sono uno dei gruppi più originali, importanti, influenti e semplicemente belli che la scena punk e indipendente italiana abbia mai visto all’opera, e Prodotto – registrato da Bugo (che ad un certo punto fa anche un coro, trovatelo) e mixato da Rico degli Uochi Toki – è probabilmente il loro disco migliore, quello più citato, quello più utile per capire molto di ciò che è successo dopo.
Ecco Prodotto dunque, undici canzoni, undici classici. Per la prima volta in vinile: 180 grammi, limitato, numerato e tutte quelle cose che vanno di moda adesso. C’è anche un pezzo in più rispetto al CD, una versione solo voce e piano di Minuto intitolata Minuto Piano. Logico, no?
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