Di nuovo Spano. e di nuovo questo suono così semplice, eppure così difficile da definire.
Dopo l'ottima accoglienza riservata l'estate scorsa al loro CD di debutto sia dalle radio (Raffaele Costantino/DJ Khalab su Radio 2 e Worldwide FM; Pino Saulo su Battiti/Radio 3; Giorgio Valletta, Stefano Ghittoni e Beatrice Finauro su Radio Raheem; Gianluca Polverari su Radio Città Aperta; Andrea Di Maggio/Passenger su Radio Banda Larga) sia dalla stampa specializzata e non (vedi sotto), il duo composto dal chitarrista Paolo Spaccamonti e dal produttore Stefano "Fano" Roman torna a farsi vivo con un nuovo brano.
Uno soltanto, intitolato Love Love Love (Beatles? Ruggero di Un sacco bello?) e in uscita proprio nel giorno universalmente dedicato all'amore: il 14 febbraio, San Valentino.
Come suona Love Love Love? Come una delle cose più propriamente "hip hop" che i due hanno prodotto fino ad ora. Il beat di Fano è grosso e potente, il clima teso e notturno. Le pause - durante le quali brilano al meglio gli intrecci psichedelici fra la chitarra di Spaccamonti e le trame elettroniche dello stesso Fano - sembrano fatte apposta per le rime dei Cannibal Ox o degli Armand Hammer.
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Hanno scritto di Spano. (CD/giugno 2021)
"(...) la canzone perfetta per questa sensazione di loop e città esausta. Si chiama Spano, è di Spano, e anche l’album s’intitola così, in un minimalismo ripetitivo che si addice bene all’eleganza stordita del disco. (...) otto tracce 'ballabili ma non ballabili', di beat e chitarre che si comportano come se non appartenessero a universi musicali diversi, e perché mai dovrebbero? Spano si basa sulla fusione/confusione dei piani sensoriali e degli impulsi che dovrebbero arrivare a un organo preciso e invece ne colpiscono un altro. I suoni che hanno una temperatura cerebrale non vanno al cervello ma allo stomaco, quelli più apparentemente commoventi e malinconici non finiscono nel cuore ma nella testa. (...) un disco così efficace da imporsi anche su una certa idea di estate in città, lasciando posto solo a un desiderio sfinito" (Claudia Durastanti, Internazionale)
"Un monumento di sobrietà dalle infinite stratificazioni" (Francesco Farabegoli, Rumore)
"Avant rap, straniante e notturno, che finisce troppo presto. Splendido" (Luca Pakarov, il manifesto)
"Una sensibilità a metà fra Portishead e Boards Of Canada. Hip hop senza fronzoli (ma con molto, molto spazio per la visionarietà) e una chitarra che non è chitarra e sa essere un fantascientifico altro-da-sé" (Damir Ivic, Soundwall)
"Una volta immersi tra i beat, come per magia sembra apparire l'ingresso verso un'altra dimensione" (Massimiliano Barulli, Blow Up)
"Pillole, piccole istantanee urbane, frammenti che contribuiscono a formare un insieme compiuto e soprattutto di grande fascino" (Ennio Bruno, Il Giornale della Musica)
"La dimostrazione di come un certo underground sappia giocare benissimo al tavolo dei 'grandi', non senza sfigurare ma anzi mostrando come si fa" (Stefano Pifferi, Sentireascoltare)
"Un perpetuo moto ondoso che vibra e scava al centro del suono" (Aldo Chimenti, Rockerilla)
"Esperimento riuscito. Speriamo gli diano un seguito" (Lino Brunetti, Buscadero)
"E questa è l’impressione che si ha: un set di beat che in realtà diventa la colonna sonora di un mondo che non esiste più, o forse non è ancora esistito. Non è impossibile, considerato il background dei due musicisti, che in realtà questo effetto sia, se non voluto, quasi naturale: un’influenza diretta da una o più colonne sonore, o da una o più correnti cinematografiche, non è da escludere" (Davide Caligiuri, Temtö)
"Multiforme, sexy, inquieto. Un disco che si presta a mille maniere diverse di ascolto, così che questi venti minuti finiscono e lo rimettete su" (Stefano Barone, The Clerks)
With features that include Nels Cline and The Residents, this album from polyhedren is a cinematic trip through global music. Bandcamp New & Notable May 1, 2022
Toronto artist Jonathan Relph works through depression on this bleak and beautiful album, half dream-pop and half ambient. Bandcamp New & Notable Feb 18, 2020
Andrew Mitchell, who records as Andrew Wasylyk, writes gentle, expansive songs designed to mirror his hometown of Dundee. Bandcamp New & Notable Apr 29, 2017
